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Come prendo note col metodo Zettelkasten: processo e app

Come prendo note col metodo Zettelkasten: processo e app

Qualche tempo fa ho scritto un articolo sul metodo Zettekasten e i suoi benefici. Ho anche detto che è il sistema che seguo io stesso e che mi aiuta a imparare dai contenuti che consumo.

Ora, continuando sulla stessa scia, voglio spiegare cosa faccio nella pratica parlando del mio processo per creare e gestire note e delle app che utilizzo.

Panoramica del processo

Se non hai letto l’altro articolo sullo Zettelkasten ti potrebbe sorgere una domanda spontanea: a che cavolo serve un processo per le note?

Riassunto veloce delle mie motivazioni:

  • La memoria è inaffidabile. È facile avere un’idea e scordarla dopo pochi minuti. Quindi è necessario stabilire un sistema di cattura in modo da non perdere niente di importante per strada.
  • Il consumo passivo è inefficiente: non basta leggere e ascoltare per imparare. Uno sforzo attivo, come promosso dal metodo Zettelkasten, è essenziale per avere qualche speranza di capire a fondo e ricordare.
  • Creare contenuti propri diventa molto più facile quando si segue un processo che stimola creatività e originalità. Lo Zettelkasten porta a creare una base di conoscenza personale — un secondo cervello — da potere usare come punto di partenza e in cui i concetti sono interconnessi tra di loro in modi potenzialmente originali.

Ad alto livello il mio processo si divide in due macro-passaggi:

  1. Collezionare: raccogliere contenuti, idee, pensieri
  2. Processare: decidere il destino di ogni frammento di informazione e sviluppare il secondo cervello

1. Collezionare

Il metodo di collezione dipende dal tipo di informazione.

Libri

Ormai da più di 10 anni leggo quasi esclusivamente su Kindle o app relativa. Il dispositivo fisico è sempre la mia prima scelta.

Ne uso uno dal 2010 quando ho acquistato il Kindle 3. A quei tempi non lo vendevano su Amazon Italia (che era lontanissimo dall’essere il negozio enorme che è oggi) e quindi ho dovuto comprarlo dagli USA. Quando, qualche anno dopo si è rotto, mi sono trovato costretto, a malincuore, a cambiarlo e ho acquistato un Paperwhite che uso ancora oggi.

Kindle 3

Che era bello

Posso affermare senza alcuna ombra di dubbio che il Kindle è stato uno dei migliori acquisti che io abbia mai fatto nella mia esistenza. Mi ha portato a leggere molto di più di quanto avrei fatto se fossi stato costretto a usare libri cartacei.

Quando non ho il Kindle fisico uso l’app. Dispositivo e app sono connessi al mio account Amazon e quindi non solo ho sempre a disposizione tutti i libri, ma mi ritrovo sincronizzati anche progresso di lettura, evidenziazioni, e note.

Alcuni prendono appunti direttamente durante la lettura, ma io preferisco limitarmi a evidenziare perché mentre leggo voglio restare concentrato sul libro. In questo caso le evidenziazioni sono il metodo con cui colleziono quei passaggi che mi colpiscono e che ritengo importanti.

Articoli

Quando incontro un articolo interessante e non ho tempo o voglia di leggerlo subito, lo salvo su Pocket che uso dal lontano 2012.

getpocket.com

Pocket è un servizio di Read it Later che serve, appunto, per collezionare contenuti da consumare in futuro. Ogni tanto ci butto anche tweet e video, ma di solito lo uso quasi esclusivamente come raccoglitore di articoli.

Idee e pensieri

Per annotare idee e pensieri sparsi — le cosiddette note fleeting dello Zettelkasten — uso Google Keep, che funge da mia Inbox. È fondamentale avere uno strumento di cattura che sia sempre disponibile, sincronizzato, e veloce. In questo modo si riduce al minimo il tempo tra il momento in cui l’idea arriva e quello in cui è scritta nero su bianco.

Keep non è un’applicazione che amo particolarmente, ma è funzionale allo scopo. In tutta onestà, se potessi userei Notion come strumento di cattura veloce, ma, dal mio punto di vista, l’app mobile non è ancora adeguata per questo compito.

Su Keep, oltre alle note testuali, salvo anche screenshot e immagini varie, e in generale qualsiasi cosa mi serva per ricordare quello che voglio ricordare.

2. Processare

Questa è la fase in cui rivedo ciò che ho raccolto e decido cosa farci. Il tipo di trattamento dipende dalla tipologia di informazione.

Informazioni attinenti a progetti

Tutte le annotazioni che riguardano cose da fare o idee per i miei progetti vanno a finire su Notion. Per esempio, se ho annotato un’idea per un articolo che voglio scrivere, la andrò a riportare dentro il relativo progetto.

Notion board

Un esempio: la card del progetto relativo a questo articolo

Notion è lo strumento che uso per organizzare gran parte di quello che faccio, tipo questo sito, il canale YouTube, la newsletter, le app che sviluppo, le review settimanali, gli appunti di lavoro…

Informazioni destinate al secondo cervello

A questa fase arrivano i contenuti: le evidenziazioni dei libri, i corsi, gli articoli. Tutto ciò è sottoposto agli step di creazione di note letterarie e permanenti, che ho descritto nell’articolo sullo Zettelkasten.

A titolo di esempio, se sto processando un libro, quello che faccio è:

  1. Rivedere i passaggi ho evidenziato in fase di collezione e il contesto del libro in cui si inseriscono. Dopo di che riformulo questi passaggi a parole mie.
  2. Condensare idee e concetti provenienti dallo step 1 in singole note permanenti. Quindi rifletto su come le nuove note si inseriscono nella mia base di conoscenza. Nella pratica cercherò di trovare collegamenti con altre idee e note che già possiedo.

Lo stesso processo vale per altri contenuti che non siano libri, con la differenza che, mentre per i libri preferisco sempre evidenziare e poi scrivere le literature in un secondo momento, per corsi e articoli è più probabile che io le scriva direttamente mentre seguo il corso o leggo l’articolo.

Per tutto ciò uso Obsidian: un’app fatta apposta per costruirsi un secondo cervello.

Obsidian

Una schermata di Obsidian: a destra una nota permanente e a sinistra un pezzo del grafico delle connessioni tra le mie note

Da notare che questo processo non è detto che sia veloce e anzi, per quanto mi riguarda, è più probabile che i due passaggi siano separati nel tempo. Dal mio punto di vista questa separazione funge un po’ da ripetizione dilazionata e aiuta a imparare perché mi porta ad avere a che fare più volte col contenuto: quando leggo, quando scrivo le note literature, e quando creo le note permanent.

In conclusione

Quello che ho descritto è il processo che seguo attualmente. Ho però intenzione di migliorarlo in modo che diventi ancora più efficace, come consigliato in un articolo che ho letto di recente.

In particolare vorrei iniziare a:

  • Scendere più nel dettaglio in fase di “processamento”, per esempio non limitandomi al libro in questione e risalendo anche alle fonti originali citate
  • Produrre materiale aggiuntivo oltre alle note testuali, come per esempio schizzi, grafici, diagrammi, mappe mentali, e in generale qualsiasi rielaborazione possa aiutarmi a capire meglio

Ad ogni modo, per il momento posso già ritenermi abbastanza soddisfatto con quello che faccio che, di certo, è sensibilmente più produttivo di quello che facevo prima, cioè cose a caso. 🙃